I PECCATORI di Ryan Coogler (2025)
Mississippi, anni 30. Due gemelli tornano nella loro paese natale per iniziare una nuova vita. Ma troveranno il male puro.
Vampiri in blues. Due gemelli in fuga dal passato/presente e il ritorno a casa per scappare/affrontare quello che è stato e quello che sarà. Ma per ottenere la libertà occorrerà pagare un tributo di sangue e musica. Ryan Coogler abbandona le pantere nere marveliane (per fortuna) per raccontare una ambiziosa storia di blues magico, gangster cloni e vampiri canterini. Si mescola razzismo, hoodoo, Ku Klux Klan, musical, western, sesso, sangue, denti, occhi rossi, religioni e maledizioni. Il risultato è un simpatico frullatone che contiene grandissimi momenti di cinema (la scena che divide prima e seconda parte in piano sequenza è memorabile) e momenti poco interessanti (tutta la prima parte fatica a decollare). Però in qualche modo, il giocattolo funziona. E la virata splatter-horror nell’ultima parte come omaggio a Carpenter, Rodriguez e Tarantino è un po’ impacciata ma divertente. Forse per ballare con il diavolo serviva più coraggio. Ma bisogna sapersi accontentare.