OMEN – L’ORIGINE DEL PRESAGIO di Arkasha Stevenson, 2024
Roma, 1971. Una giovane novizia americana pronta a prendere i voti, viene risucchiata in una cospirazione decisa a far rinascere il Male puro.
La Grande Bellezza del Diavolo. Suore, preti e la volontà di Dio (?). Roma, Il Vaticano (pre-Emanuela Orlandi) e il potere nel più basso dei cieli. L’unico modo per salvare caprone e cavoli è far nascere l’Anticristo. Genesi di Damien e della saga de “Il Presagio” in una Roma anni 70 tra rivolte degli studenti, gravidanze lampo, suore bastarde, Raffaella Carrà e fiamme infernali. Tanti cliché demoniaci e trama abbastanza prevedibile, ma l’esordiente Arkasha Stevenson ha classe nel gestire alcune scene (i jumpscare ci sono, ma sono contati) e alla fine riesce a non cadere nel ridicolo involontario come Russell Crowe lo scorso anno (ah no aspetta, anche quest’anno). Merito anche di una bravissima Nell Tiger Free, novizia spaventata contro il Male. Certo, il capostipite di Richard Donner targato 1976 (con il grande Gregory Peck) rimane il migliore, ma questo prequel è un discreto capitolo. E le suore del Vaticano sono più spaventose della suora Valak (ma ci vuole poco).