Fino alla fine

FINO ALLA FINE di Gabriele Muccino (2024)

Una ragazza americana in vacanza a Palermo, una notte e una scelta che le cambierà la vita per sempre.

Una vita al massimo. Scelte di vita ed eventuali conseguenze. Meglio un lavoro da Starbucks o un lavoro nella criminalità organizzata? Sicuramente meglio un giorno (o una notte) da leoni che cento da pecore. Dramma (quasi) thriller a tutta velocità di Gabriele Muccino, che copia paro paro il bellissimo film tedesco del 2015 “Victoria” (girato interamente in piano sequenza). Palermo come Berlino. Muccino fa sbraitare i suoi giovani protagonisti, li fa correre, bere, divertirsi e addirittura fare l’amore. Poi li fa schiantare a 100km all’ora. E si schianta anche il film. Poco credibile la storia d’amore. Poco equilibrato l’intreccio thriller/action. Il solito cinema “mucciniano” esasperato e gridato che funzionava con Accorsi e la Mezzogiorno, ma le regole del thriller (quello vero) sono diverse. Cast completamente sopra le righe (anche se Elena Kampouris è brava) e momenti di trascurabile (in)felicità. A casa tutti bene, ma meglio gli sconosciuti. Specialmente se sono bellocci e sfigati. Fa lo stesso Gabriè.