SUPERSEX (Netflix), 2024
Vita, famiglia, donne e amori(?) di Rocco Siffredi, leggenda del porno tormentata e senza freni.
Il tormento e l’estasi. Dalla povertà fino al Monte Olimpo del cinema porno, attraversando 30 anni di vita/carriera. Anima fragile e tormentata o fredda macchina del sesso? Infanzia difficile o semplice mancanza d’affetto? Una cosa è sicura, da un grande c…. derivano grandi traumi. Prima domanda: C’era bisogno di celebrare una figura (vivente) come quella di Rocco Siffredi? Forse no, ma la serie Netflix ha il pregio (in parte) di allontanarsi dalla serialità italiana standard (e bigotta) di Rai1 o Canale 5, e prova a osare. Lampi di grande stile e scivoloni al limite del trash. Supersex funziona grazie ad un Alessandro Borghi bravissimo (e nudissimo), ad una colonna sonora spettacolare e ad un look POP divertente. Non funziona quando prova a fare il gangster movie (Giannini troppo agitato) o quando prova a scandagliare la mente “malata” di Rocco. Che forse malata non è. Ultima domanda: il piacere e la voglia di fare sesso è da malati? Forse no. Rocco non ha il tormento di Moana. E si vede.