SPECIALE VENEZIA 71
Difficile parlare di un film come Words With Gods, opera collettiva ideata da Guillermo Arriaga. I 9 autori coinvolti (stiamo parlando di “grandi” autori) offrono la loro interpretazione riguardo la loro religione attraverso 9 segmenti più o meno riusciti. Visto la particolarità dell’operazione, è corretto recensire i cortometraggi a parte :
TRUE GODS di Warwick Thornton
Una donna attraversa il deserto australiano per partorire in solitudine. Bella l’idea di partenza, ma piuttosto scarso dal punto di vista della realizzazione. Insipido.
THE MAN THAT STOLE A DUCK di Hector Babenco
Il grande autore brasiliano ci racconta una storia intensa di un uomo distrutto dal suo passato che trova conforto (o una speranza) in una papera. Grande regia e grande prova attoriale di Chico Díaz. Emozionante.
GOD ROOM di Mira Nair
Una famiglia indiana compra un attico di lusso in centro a Mumbai. Tutto sembra perfetto fino a quando la famiglia dovrà spartirsi le varie stanze. Leggero e innocuo, ma con una divertente rappresentazione del dio Gensha visto da un bambino. Simpatico.
SUFFERINGS di Hideo Nakata
Un pescatore giapponese perde la sua famiglia durante lo tsunami del 2011. Riuscirà ad elaborare il lutto grazie ad un monaco. Scialbo episodio di Nakata che non riesce ad emozionare nonostante la tragedia dello tsunami. Inutile.
THE BOOK OF AMOS di Amos Gitai
Il regista Amos Gitai realizza un pianosequenza onirico per raccontare la guerra tra israeliani e palestinesi. Regia da manuale, ma tema molto complesso da seguire. Stilistico.
THE CONFESSION di Álex de la Iglesia
Un killer, ferito dopo una missione, viene scambiato per un prete da un tassista. De la Iglesia mescola action, commedia e pulp firmando l’episodio più bello. Geniale.
OUR LIFE di Emir Kusturica
Un pastore serbo scala una montagna trasportando sacchi pieni di pietre per raggiungere una piena spiritualità. Straordinarie immagini di Kusturica che dirige e interpreta. Poco altro. Visivo.
KABOKI di Bahman Ghobadi
Divertente episodio su 2 gemelli iraniani uniti letteralmente per la testa. Uno credente, l’altro ateo. Si ride abbastanza anche se non riesce ad essere veramente irriverente come l’episodio di De la Iglesia. Surreale.
LA SANGRE DI DIOS di Guillermo Arriaga
Ultimo episodio diretto dall’ideatore del progetto Arriaga. Debole e senza senso. Arriaga gioca a fare l’americano senza riuscirci. Hollywodiano.
In definitiva, un buon progetto, molto discontinuo, ma comunque apprezzabile. Raggiunge altissimi livelli (con Alex de la Iglesia), buoni (gli episodi di Babenco e Nair), e anche scarsi (Arriaga su tutti), ma comunque riesce a mantenere una certa “sincerità” che rende l’operazione un opera da veder.
trash
“LA SANGRE DI DIOS di Guillermo Arriaga”
cult
“THE CONFESSION di Álex de la Iglesia”